Gli anziani gli attribuiscono caratteristiche umane come intelligenza e affidabilità e lo accolgono di buon grado. Il robot Pepper sa interagire con loro, stimola memoria e concentrazione, aumenta il coinvolgimento attivo e crea un clima di fiducia, suscita emozioni positive, come gioia e sorpresa, e favorisce ricordi personali.
Queste sono le prime evidenze del progetto “ToM&Pepper Lab“, coordinato dal professore di Psicologia dello sviluppo e Psicologia dell’educazione presso l’Università Cattolica Davide Massaro, che mira a utilizzare il robot sociale per supportare e migliorare il benessere cognitivo e socio-emotivo degli anziani, con particolare attenzione a coloro che presentano un iniziale decadimento cognitivo.
La sperimentazione in diverse sessioni estive è il frutto della collaborazione tra il Centro di ricerca sulla Teoria della mente e sulle competenze sociali nel ciclo di vita (CeRiToM) dell’Università Cattolica, diretto dalla professoressa Antonella Marchetti, il Robotics Lab di Intesa Sanpaolo Innovation Center, la Direzione Intesa Sanpaolo per il Sociale, l’Azienda Multiservizi di Vigevano (ASMV) e il dottor Giovanni Migliarese, direttore della Struttura Complessa Salute Mentale Lomellina presso l’ASST di Pavia.
Il progetto, che utilizza il robot sociale Pepper e la Piattaforma Robotica per il Sociale messi a disposizione dal Robotics Lab di Intesa Sanpaolo Innovation Center, dimostra che, con il progredire delle sessioni, i partecipanti hanno acquisito maggiore autonomia nell’uso della tecnologia, dimostrando un deciso supporto delle competenze cognitive e sociali. Il team del CeRiToM ha fornito costante supervisione durante tutte le fasi dello sviluppo per garantire che lo strumento fosse non solo tecnologicamente avanzato ma anche psicologicamente efficace, permettendo di progettare interazioni personalizzate e validate, con un focus specifico sul coinvolgimento emotivo e cognitivo dei partecipanti.
Tra luglio e agosto 2024, presso il Centro Diurno dell’Azienda Multiservizi di Vigevano, diretta dal dottor Andrea Deplano, nove partecipanti, di età compresa tra i 68 e i 93 anni, sono stati coinvolti in un programma di training strutturato della durata di quattro settimane. Le attività, condotte dal team di ricerca del CeRiToM (con i collaboratori Federico Manzi, Laura Miraglia e Giusi Figliano), alternavano sessioni di stimolazione cognitiva e socio-cognitiva. Pepper ha assunto il ruolo di facilitatore, guidando i partecipanti attraverso esercizi di memoria, attenzione e competenze sociali.
I risultati preliminari evidenziano innanzitutto un’elevata accettazione dei partecipanti che hanno attribuito a Pepper caratteristiche umane come intelligenza e affidabilità. Inoltre, si riscontra il supporto cognitivo e sociale di Pepper che ha stimolato memoria e concentrazione, favorendo un coinvolgimento attivo e un clima di fiducia. Le interazioni con il robot sociale hanno suscitato emozioni positive come gioia, sorpresa e reminiscenze, oltre ad aver promosso un’autonomia crescente nell’uso della tecnologia e maggiore indipendenza nell’interazione con il robot.
Questo lavoro rappresenta un passo significativo nel campo della robotica social. Come ha osservato Davide Massaro «esistono molteplici evidenze sui possibili effetti positivi dei robot sociali, ma si collocano in un panorama di metodologie eterogenee. Il nostro sforzo è stato quello di adottare un approccio sistematico, concentrandoci soprattutto sulle competenze sociali, abilità chiave negli scambi relazionali quotidiani e per la qualità della vita. L’obiettivo è ottenere evidenze solide che diventino un punto di riferimento per un impiego consistente e mirato dei robot sociali, sia nel supporto di persone con disturbi neuropsicologici sia nel contesto dell’invecchiamento tipico».
“Grazie all’esperienza che abbiamo maturato in diversi anni di ricerca applicata sulle neuroscienze e sulla robotica, oggi sappiamo quali sono i contesti in cui può essere efficacemente impiegata la robotica umanoide e come può migliorare la qualità della vita delle persone con cui interagisce” – ha spiegato Luigi Ruggerone, Responsabile Frontier Research Technologies & Business Development di Intesa Sanpaolo Innovation Center. «Il nostro Robotics Lab, oltre a fornire il robot Pepper e le competenze necessarie, mette a disposizione la propria Piattaforma Robotica per l’Interazione Sociale, che consente al personale non tecnico di definire le azioni del robot durante le sessioni. Questo approccio riduce i costi di implementazione del software e abilita l’integrazione del robot nelle terapie tradizionali, facilitando l’avvio di nuovi progetti e l’adozione estesa della robotica assistiva-sociale. L’obiettivo finale del progetto, che rientra nell’ampia serie di iniziative per il sociale di Intesa Sanpaolo, è estendere la sperimentazione perché possa divenire un’azione d’impatto e generare nel tempo benessere della comunità».
Attualmente è in corso una nuova fase sperimentale che prevede l’ampliamento della popolazione coinvolta, includendo sia individui clinici che non clinici. Tra i nuovi gruppi partecipanti vi sono persone affette da Parkinson, reclutate grazie alla collaborazione con l’Associazione Pavese Parkinsoniani, e un gruppo di persone sane, individuate attraverso le attività della Caritas diocesana di Vigevano. Inoltre, è in fase di reclutamento un campione di individui affetti da pseudo-demenza, grazie alla collaborazione con il dottor Giovanni Migliarese. Si sta valutando di coinvolgere anche gli ospiti della R.S.A dell’Azienda Multiservizi di Vigevano.
I risultati preliminari sono stati raccolti in un articolo scientifico che è stato sottoposto alla Special Issue “Robot (AI) Applications in Neuropsychiatric Disorders” dello Asian Journal of Psychiatry.