Nel 2020, nonostante la pandemia, l’Italia ha accelerato sul cammino della transizione energetica dalle fonti fossili a quelle rinnovabili. È quanto emerge dall’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano dell’ENEA Nel 2020 l’indice ISPRED (elaborato dall’Enea per misurare la transizione energetica sulla base dell’andamento di prezzi, sicurezza e decarbonizzazione) ha segnato un deciso aumento su base annua (+38%), grazie al forte miglioramento di prezzi (+80%) e decarbonizzazione (+40%). Risulta in leggero peggioramento la sicurezza energetica, a causa delle difficoltà nel settore elettrico e nella raffinazione.
La forte diminuzione di petrolio (e del carbone) ha spinto al minimo storico dal 1961 la quota di fossili nel mix energetico (72% contro il 74% del 2019), mentre il gas si rafforza come prima fonte energetica in Italia (37,4%). Stabili le rinnovabili (+1% quelle elettriche) e forte diminuzione delle importazioni nette di elettricità (-13%).
L’Analisi evidenzia anche il forte aumento (+27% per un valore di 2,2 miliardi di euro) delle importazioni di tecnologie low carbon, soprattutto veicoli elettrici, ibridi e batterie, che sono arrivati a coprire il 56% di questo segmento di import (era il 33% nel 2019). Nell’insieme, il disavanzo commerciale per le tecnologie green è stato di 1,1 miliardi di euro, il 60% in più rispetto al 2019, a fronte di una riduzione del 14% dell’import totale di merci. Tra le notizie positive, il pareggio commerciale nel fotovoltaico e un lieve aumento delle esportazioni di veicoli elettrici ibridi plug-in (PHEV).
Grazie alla riduzione dei consumi energetici totali a causa dei lockdown, la quota di rinnovabili (FER) sui consumi finali è pari al 20% circa (+2 punti percentuali rispetto al 2019), un dato che consente all’Italia di superare il target Ue del 17% al 2020. Ma il 2020 ha segnato un ulteriore rallentamento delle installazioni di nuova capacità elettrica rinnovabile, ferme a circa 1/4 di quanto sarebbe necessario per raggiungere gli obiettivi 2030.