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Biden lancia la sfida ai cambiamenti climatici

Il presidente statunitense, Joe Biden, ha adottato una serie di misure per affrontare i cambiamenti climatici, sospendendo nuovi contratti di concessione per l’estrazione di petrolio e gas sui terreni federali. Con tre ordini esecutivi Biden ha chiesto al dipartimento degli Interni di identificare le misure idonee per raddoppiare la produzione eolica offshore entro il 2030 e per impiegare gli americani in progetti per lavori pubblici incentrati sul clima. Ha anche fissato l’obiettivo di fornire il 40% delle agevolazioni di spesa federali per iniziative sul clima destinate a comunita’ povere e minoritarie. Biden ha inquadrato il cambiamento climatico come una questione di sicurezza nazionale e ha ordinato a tutti i principali dipartimenti governativi di intraprendere azioni volte a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e la dipendenza decennale del Paese dal petrolio.

“A mio avviso, abbiamo gia’ aspettato troppo a lungo per affrontare questa crisi climatica. Non possiamo piu’ farlo. Lo vediamo con i nostri occhi, lo sentiamo, lo sappiamo, e’ ora di agire”, ah detto Biden. Le azioni di Biden di ieri, che sono arrivate dopo l’ordine esecutivo della scorsa settimana con cui gli Stati Uniti sono rientrati negli Accordi sul Clima di Parigi, stanno esercitando maggiore pressione sulla comunita’ imprenditoriale che e’ divisa tra i sostenitori delle energie rinnovabili e quelli dei combustibili fossili. Molte aziende, in particolare quelle tecnologiche e di vendita al dettaglio, hanno spinto per un maggiore supporto alle societa’ attive nella tecnologia pulita come sviluppatori di energia rinnovabile e produttori di batterie definendolo un modo per garantire un futuro dell’economia degli Stati Uniti. “Le politiche di Biden guideranno la ripresa economica per un maggior numero di americani e faranno crescere posti di lavoro e attivita’ che sono stati esclusi dall’economia nel 2020”, ha affermato Michael Garland, amministratore delegato dello sviluppatore di parchi eolici Pattern Energy Group. “Senza questi sforzi, gli Stati Uniti saranno un attore secondario rispetto alla Cina, il che sarebbe un disastro per i posti di lavoro e la produzione americani”, ha aggiunto. L’ordine sta causando attriti con l’industria petrolifera, che vede una minaccia per il suo futuro e una massiccia perdita di posti di lavoro con le iniziative di Biden. Gli Stati occidentali produttori di petrolio potrebbero essere particolarmente colpiti dall’ordine del presidente di sospendere le nuove concessioni di terreni federali, ha detto ieri il senatore repubblicano, John Barrasso.

“I produttori di energia andranno semplicemente altrove, probabilmente fuori dallo Stato o all’estero”, ha detto Barrasso in una dichiarazione prima dell’audizione di conferma della candidata come segretaria all’Energia di Biden, Jennifer Granholm. “L’ordine del presidente privera’ migliaia di persone nel Wyoming del loro lavoro e di una delle principali fonti di entrate per l’istruzione pubblica e altri servizi essenziali”, ha spiegato. I

l dipartimento dell’Interno ha affermato che l’ordine di Biden di sospendere i nuovi contratti di concessione per l’estrazione di petrolio e gas su terreni federali in attesa di una revisione non influenzera’ le attuali operazioni di perforazione e che l’industria petrolifera ha ancora accesso a milioni di ettari. La societa’ di consulenza Rystad Energy ha affermato che l’industria non vedra’ grandi effetti per diversi anni, un periodo che l’amministrazione Biden afferma di voler utilizzare per promuovere l’occupazione in imprese piu’ pulite. Alcuni degli alleati tradizionali dell’industria del petrolio si sono schierati pubblicamente dalla parte di Biden.

L’Edison Electric Institute, un’associazione di categoria per i servizi di pubblica utilita’, ha lodato le mosse di Biden ieri, dicendo che probabilmente aumenteranno la domanda da parte dei conducenti di veicoli elettrici e l’accesso delle utility all’energia pulita. Alcuni produttori di auto dicono anche che le mosse aiuteranno a sostenere i loro sforzi verso il passaggio a veicoli elettrici. “E’ un po’ di vento favorevole che permette di far combaciare la strategia aziendale con la strategia del Governo”, ha detto Scott Keogh, amministratore delegato della filiale statunitense di Volkswagen, che sta investendo 800 milioni di dollari per costruire un nuovo modello elettrico nel suo stabilimento nel Tennessee. Biden ha firmato gli ordini dopo una conferenza stampa che ha visto la partecipazione dell’ex Segretario di Stato, John Kerry – inviato speciale del presidente per i cambiamenti climatici – e dell’ex amministratore dell’Agenzia per la protezione ambientale di Obama, Gina McCarthy. “Possiamo realizzare cose nel corso dei prossimi quattro anni che muovono il mercato, il settore privato, la finanza globale, l’innovazione e la ricerca”, ha affermato Kerry.

Uno degli ordini istituisce ufficialmente l’Ufficio per la politica climatica domestica della Casa Bianca, che sara’ guidato da McCarthy. Anche la posizione di Kerry e’ nuova e prima non esisteva. Le posizioni fanno parte di uno sforzo per rendere il cambiamento climatico una preoccupazione chiave per la Casa Bianca e tutta l’amministrazione. L’ordine di ieri lo rafforza istituendo la National Climate Task Force, con i leader di 21 agenzie federali incaricati di mettere tutta la forza del Governo federale nell’affrontare il cambiamento climatico. Granholm, durante la sua audizione al Senato, ha ripetutamente sottolineato che il cambiamento climatico sara’ una priorita’ nel dipartimento sotto la sua guida. “Possiamo permettere ad altri Paesi di accaparrarsi il mercato oppure possiamo mettere il nostro lavoro, producendo bene e installando queste tecnologie in America”, ha detto, aggiungendo che “credo che il presidente Biden mi abbia nominato perche’ sono ossessionato dalla creazione di posti di lavoro ben pagati in America”.

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