Convertire l’anidride carbonica in un carburante per aerei utilizzando catalizzatori economici per voli a zero emissioni inquinanti. Questo l’obiettivo, descritto in un articolo pubblicato sulla rivista Nature Communications, di un team dell’Università di Oxford, che ha sviluppato un processo in grado di utilizzare catalizzatori di ferro per catturare la CO2 in atmosfera e convertirla in carburante per aeroplani.
“Il nostro risultato rappresenta un significativo progresso sociale riguardo il modo in cui il gas serra viene convertito – sostiene Peter Edwards dell’Università di Oxford – e nel suo potenziale per ridurre notevolmente l’impatto del settore aereo”. La reazione chimica preleva l’anidride carbonica dall’aria e la converte in carburante in un processo carbon neutral, che non richiede cioè l’estrazione di petrolio.
“L’aviazione – continua lo scienziato – contribuisce in larga misura all’effetto serra ed è responsabile del 10 per cento delle emissioni di gas serra del Regno Unito. L’UK è legalmente obbligato a raggiungere zero emissioni di carbonio entro il 2050, per cui è necessario trovare nuove soluzioni per carburanti”. Il team spiega che la loro tecnica consente di catturare il gas già presente in atmosfera, azzerando la necessità di fare rifornimento a terra. “La CO2 è altamente stabile – osserva l’esperto – ma un catalizzatore a base di ferro ci ha permesso di utilizzare il gas come carburante. Si tratta di un metodo che potrebbe portare la Gran Bretagna in prima linea nel settore di una industria verde rivoluzionaria. È un progresso davvero emozionante”.
I ricercatori sono in trattative con le industrie del Regno Unito per organizzare una dimostrazione dell’impianto. “Speriamo che il mondo possa vedere che la CO2 può essere utilizzata come vettore energetico e consentire l’aviazione sostenibile – dichiara Edwards – questi progressi scientifici possono portare a tecnologie e innovazioni rivoluzionarie per un mondo rinnovabile e sostenibile, per cui sono fondamentali per la salvaguardia del nostro futuro”.